venerdì 14 ottobre 2011

"Galaxie" Blind Melon 1995

Ho preparato la borsa,il corpo macchina, il tele, caricato le batterie, fatto il pieno alla macchina, mentre controllavo la mappa sul portatile.In un eccesso di zelo ho controllato anche le sigarette e nonostante questo tentativo di preparazione scientifico mi sembrava davvero di non sapere cosa diavolo devo fare. Poi mi sono reso  conto che in fondo si trattava di fare delle fotografie di nascosto ad una bella ragazza. E quelle le avrei sapute fare.

Il ciccione abita a Marina Centro, che nonostante i tre quarti di nobiltà che si ostina a sfoggiare è territorio di tutta l’umanità varia ed eventuale, spacciatori , magnaccia e mignotte. Ville dell’inizio del secolo scorso a fianco ad un assurdo grattacielo.
Tipico.
Sono arrivato all’indirizzo, in grande viale alberato a fianco alla via centrale, la casa è una villetta bifamiliare con un giardino, molto “metto su famiglia”. La cosa in qualche maniera mi ha infastidito un pò . 
Ho cercato una posizione che mi permettesse di essere abbastanza nascosto senza perdere di vista l’ingresso.
Sembrava una cosa facile invece ho perso 15 minuti a cercare un parcheggio.
 E mi sono messo ad aspettare.

Ho passato quasi tre giorni a inseguire questa bionda-culo alto senza successo, anzi, direi rimediando una discreta quantità di figure pietose cercando di nascondermi da chi poi a me non faceva proprio caso, ma imbattendomi in baristi, commesse, postini e addirittura un pensionato che mi lanciavano occhiate di disappunto se non proprio di rimprovero, senza ricavare nulla se non una collezioni di :
lei che da acqua alle piante, lei che fa passeggiare il cane, lei che va a prendere il caffè con le amica, lei che legge al parco, lei che va in giro per negozi.



Poca ciccia insomma. E non sarebbe stato utile portare questi risultati a Vanni. Mi sarei potuto scordare i 2000 euro. Una scusa l’avrebbe trovata. Anzi, non si sarebbe degnato neanche di una scusa lo stronzo, potevo già pensare a cosa mi avrebbe detto “Diobono, neanca una foto buona del puttanone? Cossa mi ghe ce facio?”.
Hai voglia a spiegarglielo che forse il puttanone tanto puttanone non era, ma tant’è che invece di pensare al fatto di aver guadagnato duemila euro, pensavo solo di poterne perdere altrettanti, e mi sembrava di vedermi, in una macchina partorita da un giapponese con il maldidenti, con i finestrini giù, una bottiglia di coca calda e sgasata,la gazzetta e il corriere stropicciato e la voglia di andarmene via da qualche parte lontano da lì.
Mi sentivo patetico. E ridicolo. Se mi avesse visto qualcuno che conoscevo cosa avrei detto? Che stavo pedinando una fedifraga? Che stavo aspettando qualcuno? Che non mi partiva la macchina? Ma poi chi cavolo mi avrebbe mai chiesto qualcosa?
Avevo passato gli ultimi anni a costruire una immagine che mi permettesse di allontanare i rompicoglioni e mi era riuscita talmente bene che in definitiva i miei rapporti sociali si erano praticamente ridotti al minimo sindacale. Non era stata una gran furbata. Soprattutto per il lavoro.
-Boss!
Un energumeno di centoventichili mi era comparso davanti alla faccia eclissandomi il cielo e soprattutto la visuale.
-Bambi, che cazzo fai?
Il suo faccione sorridente e il suo marcato accento pugliese accampavano scuse con una faccia tosta e un candore da lasciare sbigottiti.
-Scusa boss, non ti trovavo.
- Cazzo, son solo tre giorni  che stiamo qua…
-Ehhh lo so lo so…è che stè vie so’ tutte uguali.
-D’altronde sono solo sette anni che vivi qui.
-Appunto, mica posso conoscere tutte le vie.
-Appunto.
Mi ha fregato, sono incazzato e la prospettiva di non intascare i 2000 mi fa girar le palle.
-Bambi, qui bisogna quagliare, senno soldi nisba, hai capito?
La merda va sempre a valle, e purtroppo il ragazzone è in fondo alla catena alimentare.
-Boss e io che ci posso fare?
-Intanto arrivare in orario, poi beccare la bionda con la lingua in bocca a un manzo.
-E mica gliela posso mettere io?
Lo guardo un secondo valutando inaspettatamente la cosa.
-Improbabile.
Accendo la macchina, accendo la sigaretta e spengo il cervello.
-Se la vedi andar via seguila e soprattutto chiamami.
- E con cosa la seguo?
-A piedi Bambi.
Schizzo via con la scatoletta, sono quasi le due , ho fame , ho sete, ho sonno e mi sono rotto le palle per l’intera mattinata.
Nonostante l'estate stesse finendo,  le domeniche piovose non avevano ancora preso a calcinculo le ultime giornate di mare  di qualche settimana prima. Stavo sudando in maniche di camicia. Una sauna.
E a volte, il caldo, la stanchezza e l’incazzatura mischiati insieme fanno brutti scherzi. Certo, Bambi non era credibile, ma se avessi trovato il modo di fare un paio di foto della bionda con qualcuno, con il giusto taglio e la giusta inquadratura mi sarei risolto il problema.

Stavo rimuginando sulla possibilità di organizzare una bella messa in scena.


Mi sentivo Hannibal dell'A-team.
Poi mi sono sentito un po' coglione

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