lunedì 24 ottobre 2011

"Fell on black days" Soundgarden 1994

Ho fatto la campagna "Maradona". O meglio, avrei dovuto farla.
Avevo passato 6 ore in un campetto di periferia a dar calci ad un pallone con un assistente, mentre i pubblicitari si stavano cuocendo le residue cellule celebrali ai cellulari cercando di capire comedovequando.
Emiliano continuava a fare avanti e indietro dispensando sorrisi a me, al cliente, ai tecnici video che avevano chiamato e anche al custode del campetto, che dopo le prime ore di entusiasmo guardava l'ora perchè lui aveva degli impegni.
Perchè " A me di Maradona non me ne frega un cazzo, dioppo' ".
Aveva anche le sue.
Io invece ero proprio su un altro pianeta.
Avevo messo l'orso bruno sulla casa tutto il giorno promettendogli un extra (stronzo!) e visto che si sentiva solo aveva chiamato la sua ragazza, perchè anche gli orsi bruni si accoppiano, e gli avevo dovuto anche lasciare il mio macinino.
Non avrei mai voluto sapere quello che avrebbero fatto li sopra, qualunque cosa riuscissero a fare.
Sicuramente quello scassone non aveva mai visto tanto movimento.
Io pero' ero distratto, continuavo a pensare a bionda-culo alto e mi stava sorgendo il dubbio che l'interesse che provavo non fosse particolarmente professionale.
Ora, non che mi avrebbero cacciato da un qualsiasi ordine professionale, ma ho la regola di non mischiare mai lavoro e piacere.
Tranne quella volta con l'attrice turca. E con la modella russa. E anche...
Diciamo che in linea di massima non lo faccio, a meno di occasioni particolarmente fortunate.
Si stava facendo buio, cominciava a fare un bel freschino e il servizio era sicuramente andato a monte, sopratutto vedendo il comportamento dei due caballeros che cercavano di scusarsi con il cliente.
Mi stavo godendo la scena in disparte, è sempre bello veder prendere calci nel culo chi se lo merita, quando mi arriva un messaggio.
Capo, ci siamo!!!
Cosa voleva dire? E perchè tre punti esclamativi? E perchè non si capisce mai un cacchio?
Ho chiamato Emiliano per chiedergli un passaggio, lui è stato ben felice di defilarsi da quella Caporetto lasciando la patata bollente al suo socio.
Mi ha chiesto dove dovevo andare.
E io pataca gli ho dato l'indirizzo dei Codarelli.
Emiliano mi ha sorriso malizioso. 
"AAAAAhhhh conosci Carla"
"No...si ...piu' o meno"  imbarazzato,
"Bella figa...eeeeeeee"  aveva stirato la "e" come Wile Coyote quando finisce sotto un masso " Da quando vi ...frequentate?"
Ecco, ci mancava pure l'impiccione
"Non ci frequentiamo"
Lo sguardo che mi aveva lanciato era di assoluta malizia e complicità, quasi mi sono preoccupato che si volesse far me.
Pacca sulla spalla.
"Hai capito la Carla...si da da fare..."
"Perchè?"
"Beh, non è che non abbia dei trascorsi..."
"Tipo?"
Si è guardato intorno, ma cazzo eravamo in macchina, mica in un film di spie
"Lo dico solo a te..." 
Figurarsi allora, lo doveva sapere mezza provincia 
"...La Carla lavorava in un night un paio di anni fa... non ai tavoli, almeno quando l'ho conosciuta io. Gestiva le ragazze. Cioè, gli spettacoli..."
 Le mignotte.
 " ...Ha conosciuto il marito lì, andava a fare il tecnico del suono...solo li', perchè aveva già cominciato con i concerti, ma li ci andava volentieri..."
Hai capito il ciccione col pizzetto...Hai capito la bionda-culo alto.
Le cose del mondo hanno sempre un senso.
Quasi sempre il peggiore .