lunedì 24 ottobre 2011

"Fell on black days" Soundgarden 1994

Ho fatto la campagna "Maradona". O meglio, avrei dovuto farla.
Avevo passato 6 ore in un campetto di periferia a dar calci ad un pallone con un assistente, mentre i pubblicitari si stavano cuocendo le residue cellule celebrali ai cellulari cercando di capire comedovequando.
Emiliano continuava a fare avanti e indietro dispensando sorrisi a me, al cliente, ai tecnici video che avevano chiamato e anche al custode del campetto, che dopo le prime ore di entusiasmo guardava l'ora perchè lui aveva degli impegni.
Perchè " A me di Maradona non me ne frega un cazzo, dioppo' ".
Aveva anche le sue.
Io invece ero proprio su un altro pianeta.
Avevo messo l'orso bruno sulla casa tutto il giorno promettendogli un extra (stronzo!) e visto che si sentiva solo aveva chiamato la sua ragazza, perchè anche gli orsi bruni si accoppiano, e gli avevo dovuto anche lasciare il mio macinino.
Non avrei mai voluto sapere quello che avrebbero fatto li sopra, qualunque cosa riuscissero a fare.
Sicuramente quello scassone non aveva mai visto tanto movimento.
Io pero' ero distratto, continuavo a pensare a bionda-culo alto e mi stava sorgendo il dubbio che l'interesse che provavo non fosse particolarmente professionale.
Ora, non che mi avrebbero cacciato da un qualsiasi ordine professionale, ma ho la regola di non mischiare mai lavoro e piacere.
Tranne quella volta con l'attrice turca. E con la modella russa. E anche...
Diciamo che in linea di massima non lo faccio, a meno di occasioni particolarmente fortunate.
Si stava facendo buio, cominciava a fare un bel freschino e il servizio era sicuramente andato a monte, sopratutto vedendo il comportamento dei due caballeros che cercavano di scusarsi con il cliente.
Mi stavo godendo la scena in disparte, è sempre bello veder prendere calci nel culo chi se lo merita, quando mi arriva un messaggio.
Capo, ci siamo!!!
Cosa voleva dire? E perchè tre punti esclamativi? E perchè non si capisce mai un cacchio?
Ho chiamato Emiliano per chiedergli un passaggio, lui è stato ben felice di defilarsi da quella Caporetto lasciando la patata bollente al suo socio.
Mi ha chiesto dove dovevo andare.
E io pataca gli ho dato l'indirizzo dei Codarelli.
Emiliano mi ha sorriso malizioso. 
"AAAAAhhhh conosci Carla"
"No...si ...piu' o meno"  imbarazzato,
"Bella figa...eeeeeeee"  aveva stirato la "e" come Wile Coyote quando finisce sotto un masso " Da quando vi ...frequentate?"
Ecco, ci mancava pure l'impiccione
"Non ci frequentiamo"
Lo sguardo che mi aveva lanciato era di assoluta malizia e complicità, quasi mi sono preoccupato che si volesse far me.
Pacca sulla spalla.
"Hai capito la Carla...si da da fare..."
"Perchè?"
"Beh, non è che non abbia dei trascorsi..."
"Tipo?"
Si è guardato intorno, ma cazzo eravamo in macchina, mica in un film di spie
"Lo dico solo a te..." 
Figurarsi allora, lo doveva sapere mezza provincia 
"...La Carla lavorava in un night un paio di anni fa... non ai tavoli, almeno quando l'ho conosciuta io. Gestiva le ragazze. Cioè, gli spettacoli..."
 Le mignotte.
 " ...Ha conosciuto il marito lì, andava a fare il tecnico del suono...solo li', perchè aveva già cominciato con i concerti, ma li ci andava volentieri..."
Hai capito il ciccione col pizzetto...Hai capito la bionda-culo alto.
Le cose del mondo hanno sempre un senso.
Quasi sempre il peggiore .



giovedì 20 ottobre 2011

"Call me a dog" Temple of the Dog 1991

Sembra facile, si torna in gioco. Facile un par di palle.
Non so perchè mi ero aspettato qualcosa di ...boh, non so cosa mi ero aspettato.
La verità e che dopo aver rincorso la stramaledetta smartina gialla con la bionda-culo alto che si massacrava il labbro (chiaro sintomo di tensione o ansia...mi dicevo, qualcosa bolle in pentola), con Bambi che rantolava manco fossimo ai trials per le olimpiadi pensavo sarebbe venuto tutto di conseguenza.
Invece mi trovavo davanti alla casa, impalato.
Senza sapere cosa diavolo fare.
Mica sono un professionista.
Mi stavo già dannando per aver buttato via il mio tempo e quasi sicuramente i soldi (mai , dico mai fidarsi di un guadagno facile facile, è come fidarsi delle promesse di un politico).
"Ha bisogno?"
BANG
La scena  di un individuo con una grossa macchina fotografica davanti a casa sua non era sfuggita alla bionda.
Io che al solito mi prendo una pausa dal mondo quando penso ad altro avevo balbettato qualcosa
"Ah, eh, io?"
Mi aveva guardato con una espressione incuriosita e incazzata.Piu' incazzata che incuriosita.
Mi stavo girando a destra e a sinistra. Di' qualcosa cazzo!
"Eh, no ...perchè?"
"Perchè sono cinque minuti che sta davanti a casa mia..."
Bella voce, se non fosse incazzata.
"...Con quella..."
I puntini di sospensione indicavano una certa richiesta di spiegazioni.
Il dito invece la mia Canon.
"No, questa. Devo fare le foto ad una...casa. Per un immobiliare..."
Non sembrava molto convinta.
"Questa non è in vendita" classica occhiata laterale"Quindi..."
Fuori dalle palle. Non va forte a sottintesi la ragazza.
"Si , arrivederci"
In tre minuti mi ero giocato copertura, libertà di azione e una modica quantità di amor proprio.
E adesso lei sarebbe stata sul chi vive.
"Bambi, dove cazzo sei finito?"
Orso in avvicinamento.
"Eh, l'ho vista che guardava.."dandomi una pacca sula spalla e sorridendo malizioso
 "Che ti ha detto, che ti ha detto?"
"Che le si è rotto un tubo e che è tutta bagnata...Cosa vuoi che mi abbia detto?!? Mi ha beccato!"
"Eh, eri davanti a casa"
Effettivamente.
"Bambi, quando servi non ci sei mai..."


Dovevo studiare qualcosa, ed ero ancora li' impalato quando Occhiata Laterale era ricomparsa con una borsa e si era fiondata in macchina.
Dovevo fare qualcosa.
Si, ma cosa?

lunedì 17 ottobre 2011

"Two Princes" Spin Doctors 1993

Quando mi perdo in certe pensieri a spirale, involontariamente pindarici, perdo un sacco di tempo.
Avevo lasciato Bambi a piedi, davanti alla casa di bionda-culo alto, non preoccupandomi di tutte le derive che sarebbero potute succedere. O meglio, ci avevo pensato, mi ero preparato al peggio ma ero giunto alla conclusione che la lavata di capo che gli avrei fatto sarebbe stata un ottimo deterrente a qualsivoglia fallimento totale.
Al solito mi ero sbagliato.
Mi era arrivato un laconico quanto irritante messaggio:
"Capo me la sono persa :p"
E la cosa che mi aveva fatto piu' incazzare  non era l'evento in sè che in qualche oscuro recesso della mia psiche avevo messo in preventivo.
Era quella cazzo di emoticon da Scooby Doo che aveva messo li', come per dire che c'era da aspettarselo.
Cioè aveva capito prima lui del sottoscritto che sarebbe finita cosi'.
Ero schizzato in macchina, fumandomi in faccia avevo arrossato cosi' gli occhi che stavo per finire contro una di quelle cavolo di bici elettriche portate da quei signori di flanella che se li metti sotto li devi pagare come nuovi, e per schivarlo mi era caduta la cicca tra le gambe provocando un mini incendio nella zona genitale che solo grazie ad un paio di saltelli scomposti nell'abitacolo e a una certa destrezza nella guida ero riuscito a contenere.
In compenso avevo rimediato un bel buco nella tappezzeria della macchina.
Almeno centocinquanta euro di danni e la possibilità di avere la macchina in condizione decente che si andava dileguando quanto lo spiraglio di avere una vita sessuale attiva.
Ero arrivato dopo dieci minuti e chiaramente la cosa era stata semplice in una maniera imbarazzante.
Aveva preso la macchina ed era andata via.
E Bambi fermo a guardare.
E io ancora piu' scemo.
"Non l'ha mai presa in questi giorni"
"Ehhhhh che ti devo dire, oggi invece si"
Facciamo due passi fino al primo bar, duecento metri dal villino, per prendere un caffè.
Che si fa in queste occasioni? Sicuramente chi ha piu' risorse del sottoscritto avrebbe una tattica, un piano di riserva. Io mi limito a celebrare la sconfitta.
Con Bambi.
Che culo!
"Maaaaaa Capo..."
"EH"
"Di dov'è questa tipa? No insomma, di che zona è?"
"Perchè?"
"Stavo pensando che questa è proprio bona!"
"E...?"
"No perchè per me questa è umbra, perchè dall'Umbria escono solo gnocche di qualità. La Bellucci, la Lodovini.Sarà l'acqua? L'aria fresca? Oppure è proprio la zona? C'è qualcosa...Altro che Ugovizza"

Cosa si deve dire a certe affermazioni?
Ero sbigottito e affascinato, stavo per aprire bocca quando Bambi si gira.
"Oh, sta tornando..."

Una smartina gialla avevo preso la curva a tutta velocità, e la stangona si stava letteralmente masticando il labbro inferiore.
Si tornava in gioco, o almeno lo speravo

sabato 15 ottobre 2011

Interludio-"Nutshell" Alice in Chains 1992

Sono andato a casa e tutta la stanchezza si è dissolta.
Ho gironzolato come un leone in gabbia guardando il cellulare.
La mia stupida telefonata. Ho aperto un libro.
C'era una parte sottolineata. 


Se ti amero', entra , ti prego, senza bussare
ma pensaci bene:
avrai il mio pagliericcio,
la polvere, la paglia e gli scricchiolanti sospiri.


Nella brocca versero' acqua fresca,
ti puliro' le scarpe prima che tu te ne vada,
qui nessuno ci disturberà,
in pace potrai rammendare, china, le nostre cose.


Se il silenzio sarà troppo pesante, ti parlero',
se sarai troppo stanca, prendi la mia unica sedia,
se sarà caldo, apriti il colletto, sfilati la sciarpa,
ecco un foglio bianco, se avrai fame:
sarà il tuo piatto se ci sarà cibo,
ma lasciane un po' anche a me...
Anch'io sono sempre affamato.


Se ti amero', entra senza bussare, 
ma pensaci bene:
mi ferirebbe se tu rimanessi lontana troppo a lungo*.




L'ho guardato e l'ho buttato via.
D'altronde certe cazzate funzionano quando hai un certo spirito.
Ora avevo troppi pensieri, e non era il caso di girare attorno ad altri.
Sopratutto avevo troppe cose da fare, o almeno ci provavo.






*A.Joszef

venerdì 14 ottobre 2011

"Galaxie" Blind Melon 1995

Ho preparato la borsa,il corpo macchina, il tele, caricato le batterie, fatto il pieno alla macchina, mentre controllavo la mappa sul portatile.In un eccesso di zelo ho controllato anche le sigarette e nonostante questo tentativo di preparazione scientifico mi sembrava davvero di non sapere cosa diavolo devo fare. Poi mi sono reso  conto che in fondo si trattava di fare delle fotografie di nascosto ad una bella ragazza. E quelle le avrei sapute fare.

Il ciccione abita a Marina Centro, che nonostante i tre quarti di nobiltà che si ostina a sfoggiare è territorio di tutta l’umanità varia ed eventuale, spacciatori , magnaccia e mignotte. Ville dell’inizio del secolo scorso a fianco ad un assurdo grattacielo.
Tipico.
Sono arrivato all’indirizzo, in grande viale alberato a fianco alla via centrale, la casa è una villetta bifamiliare con un giardino, molto “metto su famiglia”. La cosa in qualche maniera mi ha infastidito un pò . 
Ho cercato una posizione che mi permettesse di essere abbastanza nascosto senza perdere di vista l’ingresso.
Sembrava una cosa facile invece ho perso 15 minuti a cercare un parcheggio.
 E mi sono messo ad aspettare.

Ho passato quasi tre giorni a inseguire questa bionda-culo alto senza successo, anzi, direi rimediando una discreta quantità di figure pietose cercando di nascondermi da chi poi a me non faceva proprio caso, ma imbattendomi in baristi, commesse, postini e addirittura un pensionato che mi lanciavano occhiate di disappunto se non proprio di rimprovero, senza ricavare nulla se non una collezioni di :
lei che da acqua alle piante, lei che fa passeggiare il cane, lei che va a prendere il caffè con le amica, lei che legge al parco, lei che va in giro per negozi.



Poca ciccia insomma. E non sarebbe stato utile portare questi risultati a Vanni. Mi sarei potuto scordare i 2000 euro. Una scusa l’avrebbe trovata. Anzi, non si sarebbe degnato neanche di una scusa lo stronzo, potevo già pensare a cosa mi avrebbe detto “Diobono, neanca una foto buona del puttanone? Cossa mi ghe ce facio?”.
Hai voglia a spiegarglielo che forse il puttanone tanto puttanone non era, ma tant’è che invece di pensare al fatto di aver guadagnato duemila euro, pensavo solo di poterne perdere altrettanti, e mi sembrava di vedermi, in una macchina partorita da un giapponese con il maldidenti, con i finestrini giù, una bottiglia di coca calda e sgasata,la gazzetta e il corriere stropicciato e la voglia di andarmene via da qualche parte lontano da lì.
Mi sentivo patetico. E ridicolo. Se mi avesse visto qualcuno che conoscevo cosa avrei detto? Che stavo pedinando una fedifraga? Che stavo aspettando qualcuno? Che non mi partiva la macchina? Ma poi chi cavolo mi avrebbe mai chiesto qualcosa?
Avevo passato gli ultimi anni a costruire una immagine che mi permettesse di allontanare i rompicoglioni e mi era riuscita talmente bene che in definitiva i miei rapporti sociali si erano praticamente ridotti al minimo sindacale. Non era stata una gran furbata. Soprattutto per il lavoro.
-Boss!
Un energumeno di centoventichili mi era comparso davanti alla faccia eclissandomi il cielo e soprattutto la visuale.
-Bambi, che cazzo fai?
Il suo faccione sorridente e il suo marcato accento pugliese accampavano scuse con una faccia tosta e un candore da lasciare sbigottiti.
-Scusa boss, non ti trovavo.
- Cazzo, son solo tre giorni  che stiamo qua…
-Ehhh lo so lo so…è che stè vie so’ tutte uguali.
-D’altronde sono solo sette anni che vivi qui.
-Appunto, mica posso conoscere tutte le vie.
-Appunto.
Mi ha fregato, sono incazzato e la prospettiva di non intascare i 2000 mi fa girar le palle.
-Bambi, qui bisogna quagliare, senno soldi nisba, hai capito?
La merda va sempre a valle, e purtroppo il ragazzone è in fondo alla catena alimentare.
-Boss e io che ci posso fare?
-Intanto arrivare in orario, poi beccare la bionda con la lingua in bocca a un manzo.
-E mica gliela posso mettere io?
Lo guardo un secondo valutando inaspettatamente la cosa.
-Improbabile.
Accendo la macchina, accendo la sigaretta e spengo il cervello.
-Se la vedi andar via seguila e soprattutto chiamami.
- E con cosa la seguo?
-A piedi Bambi.
Schizzo via con la scatoletta, sono quasi le due , ho fame , ho sete, ho sonno e mi sono rotto le palle per l’intera mattinata.
Nonostante l'estate stesse finendo,  le domeniche piovose non avevano ancora preso a calcinculo le ultime giornate di mare  di qualche settimana prima. Stavo sudando in maniche di camicia. Una sauna.
E a volte, il caldo, la stanchezza e l’incazzatura mischiati insieme fanno brutti scherzi. Certo, Bambi non era credibile, ma se avessi trovato il modo di fare un paio di foto della bionda con qualcuno, con il giusto taglio e la giusta inquadratura mi sarei risolto il problema.

Stavo rimuginando sulla possibilità di organizzare una bella messa in scena.


Mi sentivo Hannibal dell'A-team.
Poi mi sono sentito un po' coglione

martedì 11 ottobre 2011

“Get myself arrested” Gomez 1998




Mentre mi avvio verso l’ufficio sfilo dalla cartellina la foto della ragazza. Provo ad immaginare la sua voce, come sorride. Come mangia mentre discute a tavola. Due sono le cose importanti delle donne, come camminano e come mangiano. Da come camminano si capisce come sono a letto, ma da come mangiano si capisce come si relazionano agli altri. Ci sono quelle che sono talmente impegnate sul loro piatto che a stento alzano gli occhi, egotiche al punto da ridurti ad accessorio da portare in giro fino alla stagione successiva. Quelle che per sembrare interessate non toccano cibo, e continuano a tirar su e giu’ la forchetta senza mai portarla a destinazione, talmente rose dall’ansia di avere un compagno da dimenticare il loro sostentamento. 

 
Fantastico un po’ su come potrebbe essere il nostro primo incontro,poi viro un po’ sulla fantasia erotica e quasi senza accorgermene me la immagino sulla scrivania del mio ufficio, mentre lei mi chiede di non far vedere le foto a suo marito, anzi no,non le interessa del marito, vuole scappare, scappare con me, mentre mugola e mi stringe le cosce sui fianchi…
      - Boss!
      - E che cazzo Marika…ma che ci fai qui? E’ domenica.
       - Che ci fai tu qui? Io vengo sempre la domenica. Studio, c’è internet, è tranquillo.
In effetti la catacomba a tranquillità va forte.
-       Che è quello?
-       Niente, un lavoro…
-       Che lavoro?
-       Storia lunga
-       Guarda che vanno sistemate le foto per la campagna delle mele, e mi ha telefonato Jessica per il lavoro con Maradona.
-       E tu che ne sai?
-       Ci sentiamo sempre, quando vai alla Brasi e Ori?
La società segreta delle stagiste sa sempre tutto, soprattutto se sono campane.
      -  In settimana.
-  Devo chiamarti Bambi?
Bambi è una sorta di assistente sul campo, un ragazzone di 120 chili, fuoricorso da almeno 7 anni con la passione viscerale dei fumetti e della fotografia.
Conosce i lavori di fotografi per me emeriti sconosciuti, si entusiasma per un taglio di luce, commenta ad alta voce.
Davvero molesto, ma a ottimo mercato e pure bravo. Una volta gli ho persino chiesto perché non si mettesse a fare il fotografo in proprio. Mi ha risposto che gli avrebbe preso troppo tempo allo studio.
-       Digli che questa settimana ho bisogno di lui
-        Guarda che questa settimana ha un esame…
-       Ma se ha smesso di frequentare il millennio passato.
-       Si, ma ha detto che questa volta vuole finire.
-       Digli che gli do trecento euro, cento subito, e il resto a lavoro finito.
-       Sei una merda.
-       Mors tua , vita mea.

Lascio l’ufficio con un bel sorrisetto soddisfatto stampato in faccia, con duemila euro in tasca e con la convinzione che almeno per un paio di mesi, ho svoltato.Se mi tolgo i trecento da dare a Bambi per starsene appostato, un centinaio per le spesucce e un altro per benzina e affini mi rimangono tremilacinquecento tondi tondi, qualche mese di affitto e qualche serata di bagordi. Ottimo.


Se fossi veramente bravo farei fare tutto a Bambi e me ne starei a panciolle ad incassare.

Secondo i parametri dell’allegra sinistra italica sarei uno sfruttatore, per i piu’ benevoli solo un ingranaggio del meccanismo sfruttatore/sfruttato. Ho smesso di preoccuparmi di queste cavolate quando la sopravvivenza è diventata il primo problema.

D'altronde ho studiato Marx e Keynes all'università.

sabato 8 ottobre 2011

"Lazy Flies" Beck 1998


E' una bella giornata, e aspetto il mio improbabile datore di lavoro come un gatto al sole, con gli occhiali calati e un paio di sigarette come comfort.
 In questo momento tutto mi sembra perfetto. L’aria è leggermente fresca, ma stando al sole non da fastidio, passa qualche bicicletta, e dal momento che ho lo studio vicino l’università, anche alcune giovani fanciulle che data la improbabile stagione e gli ormoni hanno deciso di tenere indumenti leggeri. Probabilmente tra un paio d’ore ne subirano le nefaste conseguenze nei bagni della facoltà. In compenso riempiono la mia giornata di un innaturale ottimismo.
Ecco, è in questi momenti che vorrei essere immortalato, beato con un sorriso ebete, perché i problemi sono abbastanza fuori fuoco. 
Sono preso da questi importantissimi pensieri quando vengo richiamato sulla terra.
-       Baldo maledetto!
Non sento chiamarmi così da anni, ci metto un po’ a focalizzare il Vanni, noto organizzatore delle peggiori, o miglior a seconda del punto di vista, nottate della mia scadente avventura universitaria.
Parliamo del più e del meno per una decina di minuti, intervallate da sonore risate, le sue, violente pacche sulle spalle, sempre le sue, e vani tentativi di fuga, miei.
Mi racconta qualche storia strana dove sono sempre presenti donne, nani e qualche fuoco d’artificio, il labile confine tra realtà e finzione con Vanni proprio non esiste, tutto si mescola alla Bunuel con buona pace della somma verità.
- E quindi agenzia investigativa?
-  Sì, adesso si chiama così, una volta si diceva investigatore privato, ma si          immaginavano tutti Magnum P.I…
Sostanza della cosa mi offre di pedinare la moglie di questo tale, Codarelli, uno che si occupa di organizzare concerti ed è sempre in giro.
Mi fa vedere le foto, e se lei lo tradisce ha tutto il mio appoggio. Lui è un ciccione con la coda e il pizzetto, lei una divinità greca, alta, bionda, gambe lunghe, vita sottile.
 Bellissima.
-       Lei è Carla Codarelli, ha 29 anni, per un po’ ha lavorato con il marito, da sei mesi ha lasciato perché dice di voler mettere su una attività sua. Però in sei mesi non ha combinato nulla. Il marito pensa che abbia una tresca, perché lei è sempre irrintracciabile e non sa dove passa le giornate.
Come diavolo fa una così a stare con uno così ?
-       Ci ha contattato settimana scorsa mentre era in zona, pensa consigliato da un      
      amico cornuto come lui, che tanto sicuro che lo è , che era rimasto   soddisfatto…”.
Ma la domanda giusta da farsi è un’altra. Chi è il piu’ stronzo, lui che sta con una donna così o tu che ti chiedi come fa?
       -…quindi si tratterebbe di pedinarla per un paio di settimane, venti giorni al massimo, e di  fotografarla durante il giorno…
       - Ma perché lo chiedi a me?
       -   Baldo, è la solita storia di corna, al limite. Solo che i signori sono di qua,
           e io ho già un paio di lavori che non posso perdere a Padova. E’ una sciocchezza, 
           si tratta di appostarsi in una macchina e seguirla, roba da bocia…
        - Si ma perché io?
        - Perchè sei sempre stato  uno che si fa gli affari suoi, eppoi qui a chi chiedo? 
        - Dieci giorni… io sono impegnato.
        -  Duemila euro subito e duemila a lavoro finito
        - Le spese?
        - Cazzi tuoi
        - Accetto.

giovedì 6 ottobre 2011

“Stories” Therapy? 1995



Stamattina mi sono svegliato tardi perché il sole ha deciso di puntarmi la faccia mi sono trascinato in bagno.
Vivo in un bilocale attillato nella zona della Barafonda, che già non suona come un quartierino chic, in una parte che qualche amico dotato di poco tatto ha definito “la casbah”. L’appartamento sarebbe anche carino, a metà strada tra un pueblo blanco spagnolo e una casa di un’isola greca. Con la differenza sostanziale che in qualsiasi di questi due idilliaci  luoghi non hai come vicino uno stronzo cinese che ti ha taglia le gomme perché uno gli parcheggia davanti al cancello.
Non ho la sicurezza matematica sia stato lui, ma il fattaccio è avvenuto dopo che ci siamo urlati in faccia un paio di volte e le gomme erano tagliate dalla parte del cancello. 
Effettivamente non rimangono molti dubbi. 
Eppoi ha la faccia di chi ti taglia le gomme, è culturale. Si smezzano pure le pallottole in Cina.
Mi sono ripromesso di spaccargli il parabrezza appena posso. Non sono molto tagliato a fare queste cose. Poi vorrei evitare la ritorsione gialla. Potrebbe finire in una faida.
L’unica cosa che mi viene in mente è che oggi è il giorno di scegliere il cambio.
Il cambio è un assurdo quanto scomodo modo per non avere la casa vuota ma non spendere nulla.
Eppoi a me Ikea mi sta sulle palle.
Me l’ha insegnato un salentino quando vivevo a Roma, solo che li’ il metodo dopo poco era diventato inutilizzabile a causa della massiccia presenza di pugliesi in loco.
Con questa premessa dovrei dire che anche a Milano dovrebbe essere impossibile farlo, ma tant’è, nella intontita provincia romagnola, vicino al triangolo del mobile funziona eccome.
 In pratica si basa sulle vendite televisive combinato con l’altrettanto indispensabile diritto di recesso. Sulle televisioni regionali fior di presentatori con tanto di belle di paese ammaestrate nel disperato tentativo di risollevare l’economia nazionale vendono arredi completi, salotti, cucine, elettrodomestici.
Se entro 10 giorni non sei convinto dell’acquisto, la legge italiana ti permette di restituir tutto al mittente, cosa che deve venire fatta entro 30 giorni attraverso una raccomandata.
L’inghippo sta che il venditore, nella frenesia della vendita e assolutamente scevro di questi piccoli dettagli offre le spese di spedizione e recesso a carico suo.
Questo sta a dire una bella squadra di facchini che va a prendere il mobilio, te lo porta a casa, lo monta  e lo smonta, carica tutto sul furgone e via. Tutto questo mentre tu te ne puoi stare seduto sull’unica sedia che realmente ti appartiene nella stanza senza muovere un dito.
E’ sadicamente geniale, e sono otto mesi che cambio arredamento. E’ molto chic, se non sai il perché.
Quindi mi sono messo a fare zapping cercando di incontrare il mio gusto e non incontrare le sette aziende che avevo già visitato. Non che ci sia niente di male o di illegale, anzi, mi sono ripromesso di rifare il giro daccapo a fine anno, ma troppo vicino mi sembrerebbe di uscire a cena con una ragazza nuova e una ex lasciata di fresco. E’ imbarazzante.
Tipologie di venditori che attirano la mia attenzione
1) La tipologia zio scemo ovvero quello che assomiglia a quel familiare che incontri solo durante le feste comandate e che deve essere simpatico sempre e comunque, racconta storielle per cui ride solo lui, fa scherzi scemi e finisce sempre per proporre qualche improbabile gita a cui poi non parteciperà nessuno.
Solitamente ha una sorta di riportino, è leggermente soprappeso e quando ti propone l’acquisto ne fa una questione personale, della serie “Non vi fidate di me?”
2) Il figaccione fuori tempo massimo. E’ solitamente un uomo di mezza età che vorrebbe sembrare piu’ giovane perché si sente venti anni in meno. E quasi sempre accompagnato nelle televendite da una signorina vestita in modo piuttosto succinto che sembra palesemente annoiata. Quando presenta una lavatrice lo fa con una tensione sessuale quasi imbarazzante.
3)La mitraglia. E’ il vostro amico delle medie che quando imparava qualcosa per essere interrogato, visto che aveva una memoria a breve corsa la doveva sparare come una sventagliata di AK47 prima di scordarla. Non ho mai capito il perché l’hanno scelto.
Probabilmente è parente di qualcuno.

Trovo quello che fa per me dopo un paio d’ore, mi preparo qualcosa da mangiare indeciso su come uccidere la giornata, e mi accorgo che ho un paio di chiamate sul cellulare, che tengo si sempre acceso, ma senza suoneria, quindi praticamente inutile.
Quando richiamo mi risponde una voce maschile con una pesante inflessione veneta.
-       Mi scusi ma ho ricevuto una chiamata a questo numero.
-       Chi è lei?
-       Come le dicevo ho ricevuto- Lo calco perché è una cosa che mi sta terribilmente sulle palle – Una chiamata dal suo numero.
-       Baldazzi, testa de casso, non riconosci gli amici?

Vanni dal Ben, testa quadrata, un pizzetto anni 90, occhi da matto e un pesante accento veneto è una specie di folle con cui ho diviso qualche anno di università, cioè mentre io la facevo lui era sempre in qualche giro strano e nei progetti piu’ assurdi. L’ultima idea che mi aveva proposto era di produrre strane scarpe fetish, che a detta sua avevano un mercato folle. Le mie ultime notizie risalivano ad un paio di anni fa con l’apertura di una gelateria in Venezuela.
Quindi dovevo essere rimasto abbastanza indietro.

-       Vanni? Pensavo fossi in Venezuela.
-       In Venezuela?
-       Eh!
-       Fai ancora il fotografo?
-       Si.
-       Professionista?
-       Se cosi’ si puo’ dire…
-       E hai l’attrezzatura?
-       In che senso ?
-       No dico, teleobiettivi, zoom…
-       Di cosa hai bisogno?
-        Te la faccio breve, ho un lavoro per te, anche se ti puo’ risultare un po’… insolito diciamo.
-       Guarda, non faccio quel genere di lavoro…
-       No hai capito male- ridendo – Senti, io sono dalle tue parti domani, ci possiamo incontrare?
-       Dovrei guardare in agenda
-       E’ sabato Baldo,non fare lo stronzo…
-       Si, ma sono un po’ preso in questo periodo…
Vado in bagno a pisciare, evitando di tirare lo sciacquone che si sente.
-       Si va bene per pranzo?
Almeno rimedio un pranzo gratis.
-       Perfetto a domani.

Sono piuttosto soddisfatto di come ho gestito la cosa, in realtà non ho la piu’ pallida idea di cosa puo’ aver in testa  Vanni. Se non sono lavori strani sono donne.
In ogni caso vista la mia penuria economica non posso fare troppo lo schizzinoso.
E tiro lo sciacquone.

mercoledì 5 ottobre 2011

"Rhytm and blues alibi" Gomez 1998

Quando esco dall'ufficio sono le sei ed è chiaramente tardi. Prendo la macchina, straccio la multa sul parabrezza cercando quel vigile bastardo che ce l’ha con me,promettendogli una morte lunga e dolorosa, e corro all’ufficio di Emiliano.

Emiliano Ori è il pubblicitario con il quale lavoro più spesso, sembra uscito da una rivista di moda, è belloccio, sempre in tiro e sempre sorridente.
Ma quando apre bocca dice certe vaccate che fanno tremare i muri.
Piccolo esempio, perché  sembra sempre che esageri.

Ufficio del direttore di una Banca di San Marino.
- Dott. Moretti, ho un’idea incredibile…
Lo guardo esterrefatto perche siamo andati in macchina insieme e ha sparato cazzate senza senso per tutto il viaggio.
- Pensi l’immagine, un cliente alla sportello della sua banca, sorridente e a  fianco un signore di colore..claim …Ho portato il NERO…ha capito? Il gioco col nero e IL NERO..hahaha.
Ho guardato Emiliano, il direttore ha guardato Emiliano, poi ha guardato me. 
Tempo trenta secondi ed eravamo fuori. A San Marino non sono proprio delle cime, ma questo era troppo.
- Dici che non gli è piaciuto?
- Emi, ma sei scemo?

Arrivo trafelato, con la consapevolezza nascosta che non trovero’ nessuno in ufficio, cellulare staccato, per certa gente il week end inizia presto, A Emiliano a volte inizia di giovedi’. C’è una segretaria nuova in reception, succede ogni tre mesi. Sono neolaureate pagate in nero 300 euro attirate con la speranza che dopo un breve periodo di prova possano lavorare nella comunicazione.
C’è ancora gente che ci crede.
-C’è Emiliano?
-Dovrebbe essere in sala riunioni-
L’ufficio ha tre stanze, se non lo sai tu…
-Me lo chiami per favore?
-Un attimo-
-…-
-…-
-…-
-Quindi?
- Mi sono ricordata che è in riunione con Andrea.

Andrea Brasi, trentaquattro anni, sposato con una delle donne piu’ ricche della zona. Untuoso, inutile e gran puttaniere. Escono dalla stanza.
-Ohhhhhhhhh come stai?
-Bene Andrea, tu?-
-Benissimo, sei qui per parlare con Emi?-
-Si dovremmo chiudere quelle fatture…
-Ottimo ottimo , GRANDE! Mi raccomando, salutami tuo padre-
-Sicuro-
Esce Emiliano.
-Ohhhhhhhh-
A volte mi sembra di essere partito a piedi per andare in Cina come Marco Polo, essere tornato e avere fatto il giro da amici e parenti. A quel punto i grandi stupori derivanti dalla mia presenza sarebbero accettabili.
-Ciao Emi-
-Stasera abbiamo un tavolo alla Villa se ti và.
- No, grazie, sarei venuto ma ho un impegno…
-Ci sono anche un paio di nostre amiche.
-No davvero, ho un impegno, giuro, vengo la prossima volta…
-Me lo prometti?
-Si si promesso, senti Emi sarei venuto per quelle fatture…
- A proposito abbiamo un nuovo cliente ,è un costruttore e mi ha chiesto di fare un servizio con…indovina?
-Non ho idea.
-Dai , un grande.
-Giuro Emi, non ho idea.
- Con M A R A D O N A .
-…e come ci arrivi a Maradona?
-Tranquillo, è gia tutto organizzato…
- Si vabbè, io sarei venuto per quelle fatture…
- Ma ci pensi? La Brasi e Ori che fanno una pubblicità con Maradona, SPACCA!
-Si ma…
-Ti faccio telefonare da Jennifer la prossima settimana per organizzare lo shooting, magari andiamo dal cliente e gli spieghi un paio di cose sulla campagna, hai già qualche idea?-

Questa del “qualche idea” è diventata una consuetudine da quando i “creativi” mi hanno chiesto di partecipare alle loro riunioni per fare un po’ di brainstorming sul prodotto.La prima volta, preparato come uno scolaretto mi ero avventurato a fare qualche proposta. Loro entusiasti, io stupito.
Dopo un paio di volte, il brainstorming lo facevo io e loro ascoltavano, la quarta volta mi hanno lasciato da solo nell’ufficio riunioni, la seguente è stato chiaro che all’idea ci dovevo pensare io.
Naturalmente gratis.

- Fammi sapere almeno qualcosa sul cliente
-Ti faccio mandare un file da Jennifer lunedì, va bene? Oh Bastiano…
- Si
-Mi raccomando, salutami tuo padre.

Sono andato a casa cercando di trovare inutilmente una soluzione alle mie esigue finanze. Ho acceso la Tv, ho preso un paio di DVD e ho fatto le quattro di mattina facendo finta di vederli.
Di soluzioni, nemmeno l’ombra.

martedì 4 ottobre 2011

"Waking up" Elastica 1995



Orari della giornata

Ore 10.00
Commercialista

Ore 11.00
Banca

Ore 12.30
Pranzo con Nick

Ore 14.30
Telefonata assolutamente da fare

Ore 15.00
Shooting fotografico

Ore 17.30
Sicuro ho finito e non ho un cazzo da fare 





La commercialista è un rito al quale mi sottopongo malvolentieri nonostante quella povera crista sia una sorta di incrocio tra Madre Teresa di Calcutta e la mia maestra delle elementari.
Prima ti guarda come  un’anima da salvare, poi ti spiega le regoline per evitare di essere un fuorilegge.
Questo perché come sapete le tasse in Italia sono un’attività vessatoria che serve solo per far girare i politici in SuV e fargli mangiare le linguine all’aragosta a 3 euro.
In ogni caso quando varco la porta del suo ufficio con una enorme busta gialla con su scritto “fritto misto” penso che  lo sconforto colga entrambi.
Verso il contenuto spiegazzato e accartocciato sul tavolo di vetro mentre lei inforca gli occhiali, pronti alla caccia al tesoro che ci tiene occupati almeno un’oretta.

“Mi spieghi ancora perché non c’è modo di non pagare l’Inps”
“Perché non si puo’ e basta, ci mettono in prigione a me e a te”
“ Ma porca puttana, io tanto di questi soldi non vedrò una lira, tanto devono essere la mia pensione, io invece me la tengo e la uso adesso…”
“Non si può. Punto”
“Giurami che se trovi il modo me lo dici”
“Giuro”
“Tanto quel vecchietto di merda che si sta sbafando i miei soldi prima o poi lo becco”
“Si certo…Comunque non ti puoi detassare la spesa ”
“Perché no,? Mi serve per il mio lavoro”
“La spesa?”
“Certo…verdura, frutta…nature morte”
“Allora la devi corredare con la dichiarazione tal dei tali e la supercazzola” (non ricordo assolutamente i documenti che mi ha chiesto!)
“Non basta lo scontrino?”
“No “
“Bastardi”

Quando entro in Banca non so perché mi sento sempre un bandito, di quelli dei film western, che si mettono una bandana sul viso per non farsi riconoscere.
Questo principalmente perché da che io mi ricordi sono sempre stato in rosso, e siccome la cosa mi spaventa, non guardo quasi mai l’estratto conto, perché vorrei evitarmi il panico totale, e quindi tutte le volte che devo andare allo sportello, un sottile brivido mi percorre la schiena.

Quando l’impiegata batte sui tasti i numeri del il mio conto trattengo un momento il respiro, aspetto sempre che mi guardi con disapprovazione, che chiami il direttore e che  mi mettano seduto in uno stanzino chiedendomi quando ho intenzione di rientrare del credito.
La risposta sarebbe piuttosto semplice.
“MAI”
Suppongo non sarebbe la miglior risposta da dare, sicuramente la più vicina alla verità.
E sicuramente non sarebbe piaciuta molto ai miei carcerieri.
La tattica del versamento alla cieca, quello che incostantemente affluisce alle casse del mio sanguinante CC per adesso sta napoleonicamente reggendo, ed io con lui.
Alla cassa scopro anche con piacere che il bonifico di una fattura di 6 mesi fa è incredibilmente arrivato .
La mia buona stella.
Penso che mi comprerò qualcosa per festeggiare.

Esco pimpante e mi allungo verso la macchina per raggiungere il porto, nonostante mi faccia ancora un po’ male la gamba.
E’ il residuo dell’incidente che mi ha permesso di campare umanamente negli ultimi tre mesi. In compenso ci ho rimesso la moto,dieci giorni di autonomia nei quali mi sono trascinato dal letto al divano senza avere pace e la gamba sana . Questo fa di me un motociclista senza moto, mammifero triste e inutile che continua a gironzolare con una giacca di pelle, in luglio.
Ho preso la vecchia Toyota scassata di mia madre “in prestito” a tempo indefinito, un trabiccolo brutto quanto utile e mi sono avviato mestamente verso la mia destinazione. L’unica cosa buona della macchina è che ha ancora il mangianastri e io ho ancora le mie cassette copiate di quando facevo il liceo. Per il resto è al pari di un carro bestiame, sporca, graffiata, ammaccata. Di farci montare una donna non se ne parla, l’ultima che ci è salita mi ha guardato come se fossi un pervertito. Come se da una macchina si potesse risalire alle abitudini sessuali di una persona. In linea di massima si può risalire solo al fatto che si ABBIA una vita sessuale.
Devo far lavare questo schifo.

Nick, è il mio amico di successo. Tutti hanno piu’ o meno un amico di successo, chi non l’ha è perché è quello che ha avuto più successo di tutti. E’ una questione di prospettiva, o di invidia, dipende dalle persone.
Nel mio caso è solo una constatazione, dato che io ho uno studio fotografico in uno scantinato della mia ridente città e negli ultimi mesi ho campato con i soldi di un incidente, mentre lui è un supermanager nella city.
In realtà non è proprio un manager,non ho mai capito di preciso che lavoro faccia, ma vive a Londra, ha una fidanzata all’anno molto bella, si diverte parecchio e fa qualcosa che gli piace e con cui vive bene.
The italian dream.
E’ tornato in Italia da qualche giorno perché si sposa un amico e lui fa il testimone.
Ci si vede tre-quattro volte l’anno. E tutte le volte mi fa ricordare che è maledettamente in gamba.
E quindi mi ricorda che vita assurda e miserabile faccia io.
Questo mi deprime un pò.
Poi parliamo delle stupidaggini che ci fanno sentire simili e la depressione passa veloce mentre mangiamo un cassone.

- Mi raccomando, lo dico solo a te.
- Beh, non farlo-
- Insomma c’è questa orientale pazzesca,ha divorziato già due volte, ha trent’anni, l’ho conosciuta una sera al pub, amici comuni. Ci vediamo due, tre volte, a casa sua perché da me, sai, con Kate…
-Kate?-
-Si, stiamo insieme da 8 mesi-
-Me la sono persa…-
-E quindi ti dicevo questa fa dei numeri assurdi, ci vediamo solo nelle pause, o invece di andare in palestra. Niente chiacchiere, arrivo da lei e tutte le volte si inventa qualcosa di diverso.
-Uhm-
-Solo che mi sono detto, qui finisco nei casini, perché sai …all’inizio è un gioco e ci sta, ma se questa si mette idee strane in testa?
-Strane?
-Si, stava diventando un po’ pressante e cercavo un modo per chiuderla e…botta di culo! Le casca il cellulare nella tazza del cesso…-
- Quindi?
- E quindi mi manda una mail in ufficio  spiegandomi la cosa e mi chiede di mandarle il mio numero…ma io col cazzo che glielo ridò-
- Hai pensato che potrebbe incazzarsi?
-Mh, non credo-
-Mai visto donne incazzate, eh?-
- Guarda che a Londra mica è come qua…
-Se lo dici tu…

Io a questa storia delle donne che cambiano con le latitudini credo poco.
Un pò perché poi, alla fine, su certi argomenti non c’è mediazione culturale che tenga.
Un pò perche qualche donna l’ho avuta anche io, e sono sempre stati casini.

-Senti di devo chiedere un favore…-
-Dimmi-
-Non è che mi lasceresti le chiavi del tuo ufficio…-
-Giulia?
-Già

Questi sono quelli che io definisco i misteri. Nick e Giulia sono stati insieme quanto? Meno di un paio di mesi alle superiori. Poi c’è stata l’università a Bologna, e so per certo che qualche incontro scontro c’è stato. Poi Giulia si è trasferita in Spagna per un annetto ed è tornato con una sorta di alpinista catalano mentre Nick a Milano si era fidanzato con una taiwanese. Le loro relazioni, studiate per essere temporanee e esotiche, sembravano inseguire le latitudini più assurde passando per Città del Capo, Oslo, Beijing, San Francisco disegnando una strano tragitto relazionale attraversando il globo per per rincontrarsi sempre qui, al punto di partenza.
Perché in questo allegro giro del mondo sentimentale, anche un pò ridicolo se vogliamo, i loro incontri/scontri sono sempre stati una costante, senza promesse o progetti, o una storia d’amore o un melò, alla peggio.
Affinità.
Ridono tanto dicono.
E scopano dico io.
Contenti loro.

Della telefonata non ho assolutamente voglia di parlare. D’altronde non si puo’ sempre sapere tutto, no?

Chiaramente arrivo in ritardo in studio, grazie a dio Marika, una stagista che mi ha mandato l’università e che praticamente gestisce l’ufficio ha già preparato tutto.
Sistemato il camerino con la truccatrice, allestito il set, preparato il prodotto, fatto il caffè.
Penso sarebbe piu’ facile se lavorassi io per lei.
Probabilmente mi licenzierebbe.
Mi guarda con un’aria di rimprovero.

-Tutto bene boss?
- Si ero…a un pranzo di lavoro…poi ti dico.
-Guarda che hai un paio d’ore poi la modella se ne và-
-Pure.
-Dice che ancora non le hai pagato gli ultimi due servizi…
- …e…?
- e che se non li paghi entro la prossima settimana ti manda il suo ragazzo che ti fa nero-
-Ah ecco.
-Le ho portato il caffè.
- Per me ?
-E’ finito boss, devi ordinare le cialde.
-Cazzo ma se le ho ordinate un venti giorni fa…
-Due mesi, e bevi 5 caffe’ al giorno…

Tipologia di modelle che uso per fare shooting per prodotti tipo le mele dell’appennino cesenate.
-Ragazzine dell’università che cercano di portare a casa qualche soldo e pensano di essere fotogeniche
- Proto e pseudo attrici
- Ragazze immagine che occasionalmente si prostituiscono
- Ragazze russe che occasionalmente si prostituiscono
- Ragazze sudamericane che occasionalmente si prostituiscono
- Prostitute-

Nelle ultime quattro categorie spesso il loro “ragazzo” è un tipo poco raccomandabile.
Svetlana naturalmente fa parte di queste.
 Penserei che in fondo, essendo stati insieme un po’ magari l’ha detto per farmi dare una mossa. E’ vero che siamo stati insieme solo perché la prima volta che abbiamo lavorato insieme le ho fatto intendere di lavorare nella moda a Milano, ma abbiamo sempre condiviso un’esperienza, siamo stati uniti,insomma conterà qualcosa, no? Magari ha esagerato un pò.
Svetlana esce dal camerino, io sorrido.

-Cazzo ridi?, guarda che se non mi dai  miei soldi viene mio ragazzo e ti rompe una gamba, capito?-

No, direi che non ha esagerato affatto.
Devo telefonare a quel coglione di Emiliano e farmi pagare velocemente. Spero.
Già zoppico.